La gabbianella in pericolo
Arrivo un mattino a Spotorno, nel parcheggiare l’auto noto subito sopra di me un gabbiano che gira sul piazzale e lancia urla strazianti e minacciose. A stento riesco a scendere dall’auto, perché lui (che in realtà è una lei) ha tutta l’aria di volermi attaccare e cacciarmi via. Ben presto scopro che la gabbiana difende i due cuccioli di pochi giorni e il nido che ha fatto a terra in mezzo ai cespugli che costeggiano il parking.
Un operario che sta lavorando nel giardino brandisce una pala con l’intenzione di abbatterla: “Adesso gli do una badilata”. Gli urlo che guai a lui, e chiamo la polizia locale. Mi tengo a distanza dal nido, e vigilo che nessuno si avvicini. La gabbiana sta appollaiata su un palo della luce e ci guarda preoccupata e aggressiva. Arriva la polizia e ricorda a chi vuol fare piazza pulita che quella è una specie protetta e che rischia sanzioni.
Chiamo degli amici animalisti come me, racconto la vicenda e chiedo consigli e aiuto. Mi spiegano che molto probabilmente il posto scelto dalla gabbiana per la cova, così inusuale, dipende dalla sovrappopolazione della colonia che da sempre nidifica sull’isola di Bergeggi e sul promontorio su cui si affaccia Spotorno. Problemi di convivenza dunque, essendo il gabbiano un animale fortemente territoriale. Ma ora la gabbiana ha problemi di convivenza con gli umani. Non con tutti, perché c’è qualcuno che, a debita distanza, le da’ da mangiare: addirittura da uno dei balconi si gettano pescetti.
Quando riparto so che il nostro gruppo di animalisti mi darà il cambio nel garantirle un cordone di sicurezza. Anna mi spiega un po’ come funzionano i gabbiani, valutiamo cosa fare, i pro e i contro, e alla fine decidiamo di far intervenire Maria, una volontaria dell’Enpa. Appena arrivati si rendono conto che la gabbiana (certo giovincella e priva di esperienza) ha scelto davvero un posto infelice e molto critico, dovrà passare ancora molto tempo prima che i piccoli sappiano volare, troppo tempo: è evidente che per salvare tutti e tre occorra spostarli. Non sarà facile, la mamma è molto inquieta e spaventata.
Il tentativo verrà fatto poco dopo dall’Enpa con competenza e delicatezza, in un momento della giornata con meno traffico di auto e passaggio umano. I cuccioli sono stati prelevati e salvati, e verranno svezzati artificialmente perché purtroppo la madre ha resistito a ogni tentativo di cattura.
Eravamo tutti un po’ tristi, speravamo di salvare l’intera famiglia, ma ci consola il pensiero che i cuccioli se la caveranno e che la madre, passata la disperazione, ci riproverà.
Solo questo potevamo fare, e l’abbiamo fatto.
A distanza di una settimana Cinzia ci manda la foto dei piccoli, che come si vede stanno bene e sono bene accuditi.