Recensione del libro “Vegan si nasce o si diventa?”
“Vegan si nasce o si diventa?” è un saggio-guida di Marina Berati del 2011, edito dalla Casa Editrice Sonda.
L’autrice, ingegnere e sviluppatrice software, vegana ed instancabile attivista da anni, ci accompagna con semplicità e chiarezza attraverso un percorso logico che corrisponde ad una progressiva crescita di consapevolezza.
Il suo è un libro scorrevole, di facile lettura, diviso in capitoli e paragrafi che hanno il pregio, pur nella loro brevità, di toccare in modo essenziale una grande varietà di argomenti fra loro collegati.
Dalla descrizione di ciò che avviene nei macelli e delle precedenti torture inflitte agli animali che in quei luoghi terminano la loro vita di sofferenza, al profondo dolore provocato ai pesci in ogni forma di sfruttamento loro riservato, sempre l’autrice riesce a conservare una lucidità e razionalità di esposizione che creano un intenso coinvolgimento emotivo nel lettore.
Allo stesso modo viene spiegato come la filiera produttiva di uova, latticini e loro derivati provochi altrettanti – se non superiori – dolore e morte alle mucche e ai loro vitelli, alle galline e ai loro pulcini.
E come il concetto di “allevamento biologico” sia solo una falsa soluzione che inganna il consumatore e non salva affatto gli animali dalla morte.
Dove c’è un allevamento, precisa l’autrice, c’è sempre sfruttamento, tortura e morte, e l’unica soluzione perché questo non avvenga è la scelta vegan, attraverso la quale ciascuno salva la vita, di fatto, a moltissimi animali.
Marina Berati sottolinea poi come il veganesimo non riguardi esclusivamente l’alimentazione perché ogni forma di sfruttamento degli animali non umani è apportatrice di un incalcolabile dolore: sradicamento totale della propria natura, prigionia a vita, percosse e maltrattamenti di ogni genere che nella pubblicità dei biscotti, del grana o del prosciutto non vengono certo mostrati. E infine, sempre, la morte.
Dall’infondatezza scientifica della vivisezione, alla disinformazione alimentare sistematica, a quanto si cela dietro il commercio non solo di pellicce ma anche di pelle, lana, seta, piumini, cosmetici e prodotti per la pulizia, alla vendita di animali “domestici”, alla detenzione e tortura in circhi, zoo, acquari, allo sfruttamento in corride, palii, feste con uso di animali, alle corse di cavalli e di cani… Marina Berati, con estrema chiarezza, riesce ad evidenziare l’inciviltà di un sistema inutilmente basato sulla sopraffazione attuata senza alcuna motivazione di ordine pratico e priva di ogni giustificazione etica e logica.
Questo sarebbe più che sufficiente per essere tutti vegani: la spinta etica è infatti l’unica a non esaurirsi mai.
L’autrice invece va avanti e dedica un capitolo agli aspetti di ordine ambientale ed ecologico correlati alla scelta vegana; si sofferma sull’insostenibilità della pratica del consumo di derivati animali e sui conseguenti inquinamento, deforestazione, spreco di acqua, fame nel mondo.
Un’ altra parte è dedicata alla salute, riguardo alla quale siamo bombardati da informazioni spesso errate o distorte ad opera di quelle fonti che – ci hanno insegnato da sempre – dovremmo ritenere le più autorevoli.
Entrambi questi due capitoli sono corredati da riferimenti ad ampi studi effettuati da associazioni di categoria (medici, prevalentemente) non vegane e non “di parte”, come ad esempio l’Istituto Tedesco per la Ricerca sull’Economia Ecologica, l’American Dietetic Association, l’ Organizzazione Mondiale della Sanità.
Viene poi affrontato anche il tema di come vive e di cosa mangia un vegano. Immediatamente si evince la facilità e l’ampiezza di scelta sia in campo alimentare sia riguardo ai prodotti cosmetici, per la casa e all’abbigliamento.
Insomma, Marina Berati ci fa subito capire quanto sia facile vivere vegan, dopo pochi e semplici accorgimenti iniziali.
Vengono incluse nel libro due parti più specifiche per chi vegano lo è già (in realtà utilissime ed interessanti per tutti): una riguarda i rapporti con gli altri e la gestione di alcuni momenti della “vita in società”, scritta senza alcuna pretesa di fornire soluzioni standard o assolute; l’altra è dedicata al tema dell’attivismo, cioè al lavoro disinteressato e amorevole di chi ha scelto di non stare solo a guardare.
Quest’ultima parte in particolare è arricchita da numerosi link utili ai quali fare riferimento se e quando si decide di reagire; punto di riferimento è AgireOra Network, vera miniera di materiali informativi validi per tutti, vegani e non.
E rivolto proprio a tutti è il libro di Marina: a chi ancora sta seguendo una dieta onnivora, a chi è vegetariano, a chi è già vegano. E’ rivolto a persone di tutte le età, dai 14 anni in su.
Perchè vegan si nasce, è fisiologico, fa parte della nostra struttura fisica e della nostra natura empatica, ma si diventa, anche, quando si svelano le falsità che ci ingabbiano in un mondo governato dalle soluzioni di comodo, dall’indifferenza, dagli interessi economici e si lasciano crescere liberamente le proprie consapevolezza e responsabilità verso tutti, per condividere con loro un pianeta che, pur con tante brutture, ci regala sempre molto.
Sonia.
Titolo: Vegan si nasce o si diventa?
Autore: Marina Berati
Casa Editrice: Casa Editrice Sonda
Codice ISBN: 978 88 7106 611 0
Anno: 2011