Recensione del libro “Alimentazione Naturale”

Alimentazione Naturale” di Valdo Vaccaro, Anima Edizioni 2009, è un manuale di Igienismo che, in quanto tale, riprende le indicazioni pratiche di Herbert Shelton e dei suoi predecessori e si colloca nell’ambito di quella corrente di pensiero detta più ampiamente naturopatia.

L’autore, laureato in economia, filosofia e naturopatia, è stato insegnante e giornalista; attualmente si dedica alla scrittura e cura il suo blog personale.
Ha fatto parte dell’ANHS (American Natural Hygiene Society) e fa parte della direzione tecnica dell’ABIN (Associazione Bergamasca Igiene Naturale) e dell’AVA (Associazione Vegetariana Animalista) di Roma.

Alimentazione Naturale” è un testo che espone i principi dell’igienismo con un linguaggio chiaro e scorrevole.
Vengono  poste in evidenza le caratteristiche della fisiologia umana per la quale l’unico cibo adeguato e vitale sarebbe quello fornito da una dieta vegana crudista, con un occhio di riguardo per la frutta.
Si sottolineano l’importanza del riposo, del vivere in un ambiente meno inquinato, della riduzione dei fattori di stress; si nega validità a farmaci, vaccini ed integratori.

Immagine di farmaci e pillole

Abuso di farmaci

Al contrario, contravvenendo a questi principi, si verrebbe a creare nell’organismo la tossiemia, ossia un’intossicazione che sarebbe causa di ogni malattia, dalla più lieve alla più grave.

L’organismo peraltro avrebbe le capacità di contrastare  ogni aggressione a patto di non venire ulteriormente intossicato da farmaci che curerebbero i sintomi e non le cause, indebolendo sempre più il corpo e conducendolo progressivamente, in alcuni casi, alla morte.

E’ certo in effetti che l’alimentazione a base di prodotti animali  è altamente tossica e comporta fra l’altro un forte rischio di incorrere in obesità e di contrarre numerosi tipi di tumore e problemi cardio-vascolari. E’ noto che l’abuso di farmaci genera assuefazione e rafforzamento di batteri patogeni e che molto spesso alcuni integratori e persino certi vaccini  vengono assunti o somministrati senza reale necessità.

Quanto poi ai danni da insufficienza di riposo e da eccesso di stress, credo che l’esperienza personale di ciascuno di noi possa esserne prova.
Occorre in ogni caso, per completezza di informazioni, confrontare le teorie igieniste con quanto attualmente riportato dalla comunità scientifica ufficiale.

Immagine di un ravanello

Ravanello

La Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana non entra nel merito delle questioni per le quali non vi sono ancora evidenze scientifiche sufficienti; non ritiene, inoltre, che l’impiego di alcuni integratori in caso di effettiva necessità sia comunque da evitare, così come non afferma che la cottura dei cibi sia da vedere necessariamente in modo negativo.
Non si tratta di prese di posizione aprioristiche bensì di conclusioni tratte da osservazioni e studi scientifici mirati di cui esiste ampia documentazione; conclusioni che potrebbero a mio giudizio essere addirittura meglio definite in futuro alla luce di conoscenze nuove (dando magari ragione all’Igienismo su altri punti).
Non si  tratta tuttavia di un ambito di mia competenza e lascio a chi desidera farlo la possibilità di approfondire le proprie conoscenze indirizzando direttamente alla pagina della S.S.N.V.  www.scienzavegetariana.it
Il blog di Valdo Vaccaro è invece reperibile all’indirizzo  www.valdovaccaro.blogspot.it

Vorrei passare ora all’aspetto più propriamente etico del saggio di Vaccaro.
Acquistando questo libro ho creduto infatti di trovarmi a leggere un manuale che si occupasse essenzialmente di salute e il testo, scorrevole e condivisibile per molti aspetti, mi ha realmente interessata.
Quando l’autore ha iniziato ad esprimersi in senso etico contro lo sfruttamento delle altre specie, strettamente correlato con un’alimentazione comprensiva di prodotti animali, ho accolto con piacere questa  posizione, salvo poi scoprire che Vaccaro quasi puntualmente si trovava a contraddirla.

Immagine di una mucca in allevamento

Mucca in prigione

La sua esposizione oggettiva di quanto avviene negli allevamenti e nei macelli, lucida e consapevole, la citazione dell’esperienza di Marina Berati e di Massimo Tettamanti, l’aberrazione più volte espressa in riferimento alla brutalità dell’uomo e alle sue perversioni alimentari  assassine, ed ancora la condanna dell’antropocentrismo cristiano lasciavano sperare di trovarsi a leggere il libro di un antispecista, e non di un individuo dalla dieta solo tendenzialmente vegana.

Inutile a quel punto presentarsi come una persona  moderata che indulge al lieve strato di gorgonzola sul panino alle verdure o che tollera l’ovetto del contadino una tantum.
Inutile a quel punto sostenere che la perfezione non è di questo mondo: il veganesimo non è di fatto un’utopistica idea e chi è autenticamente antispecista non si lascia andare consapevolmente in ciò che esula dall’innocente “peccato di gola” e sconfina con tutte le evidenze nella violenza e nel dominio istituzionalizzati nei confronti degli animali non umani.

Dispiace dunque che Vaccaro accosti le parole  “impossibile” e “vegan” aggiungendo che il veganesimo sarebbe una “disciplina continua”: alle orecchie dei non addetti ai lavori questo può apparire come una comoda giustificazione per continuare a fare ciò che si è sempre fatto mentre occorre  invece precisare che tutte queste impossibilità o difficoltà non esistono.
Ancora più gravi le affermazioni di Vaccaro perchè provengono da un membro dell’AVA, che dovrebbe occuparsi di diritti e non di semplice protezione delle altre specie.

Il diritto alla vita in quanto individui, indipendentemente dal fatto che la propria specie sia o non sia in via di estinzione, il diritto alla libertà e dunque alla felicità del trovarsi nel proprio ambiente, intessendo le proprie relazioni sociali, adottando i propri comportamenti naturali, consumando il cibo specie-specifico sono dovuti a tutti noi animali, mucche, uomini, piccioni o acciughe; non sono “concessioni” gentilmente regalate da altri, non doni di provenienza estranea.

Non ha senso, quindi, come sostiene l’autore, “dare in premio libertà di movimento…e libertà di morire serenamente di morte naturale” alle proprie galline o anatre: quale premio sarebbe questo?
Un premio è qualcosa di extra-ordinario conseguente ad un’azione volontaria; qui si parla invece di estorsione e coercizione (furto delle uova, spazi limitati e movimento comunque controllato) in cambio di una pseudo-libertà che la natura aveva già previsto per tutti in modo di gran lunga più ampio e completo.

Valdo Vaccaro non pone assolutamente in discussione quanto la domesticazione e l’asservimento siano state e siano tuttora base di una società incivile e palestra per ogni tipo di sfruttamento e per ogni discriminazione.
Poichè l’uso di esseri senzienti pone come “must” l’idea che questi siano inferiori, nulla ha vietato in passato o vieterà in futuro che tale concetto venga applicato alle donne, alle persone di colore, agli “stranieri”, ai poveri, agli omosessuali e in generale a tutte quelle”categorie” più fragili ed impossibilitate a difendersi.

Immagine di un fumetto antischiavista

Organic cotton picked by free-range slaves

In ogni forma di servilismo coatto, da quello intensivo a quello, diciamo, “all’aperto”, forse più celato, non può esistere alcuna forma di “sfruttamento etico e la società attuale è incredibilmente e inutilmente fondata sull’uso violento e dominante dell’altro da sé; nessun animale, umano o non umano, è in realtà  nato “per” qualcosa, “per” qualcuno o come proprietà “di” qualcuno se non in un’idea strettamente soggettiva, infondata, artificiosa ed antropocentrica.

E’ la volontà di conoscere e di vedere che permette di sviluppare la ben più oggettiva ottica biocentrica delle cose del mondo, unica prospettiva, questa, che può rendere gli individui indipendenti da millenni di preconcetti culturali e religiosi strutturati appositamente per validare la sopraffazione sistematica.

Quello che vorrei dire su questo libro, citando dal suo autore, è che non esistono –soprattutto ad oggi- situazioni “di emergenza” o cibi di cui, per ragioni di gusto o di vizio “davvero non si può fare a meno”; esistono solo persone non informate o indifferenti alla sofferenza altrui.
Vorrei dire che i vegani non hanno una “reputazione vegana” da difendere: sono solo persone che hanno semplicemente compreso le loro responsabilità, che non seguono una dieta e non effettuano una scelta ma pensano e di conseguenza agiscono, nell’ovvio rispetto di ogni specie. Questo avviene per un vegano anche quando si veste, si lava o pulisce casa.
E non è così terribile

Vorrei ricordare che, se è indubbiamente vero che gli allevamenti intensivi generano più sofferenza e morte, non è altrettanto vero che negli allevamenti biologici e su piccola scala queste brutture non esistano.

Immagine di un pulcino

Pulcino

Non esiste “l’ovetto che non fa morire nessuno” perchè i pulcini maschi e le galline vengono uccisi. Non è di conseguenza vero che “la gallina non se ne accorgerà nemmeno”, e la stessa cosa vale per quell’innocente fettina di formaggio che è costata sofferenze inimmaginabili alla mucca e al suo vitello, unico vero destinatario del latte della sua mamma.
Consigliare quindi la compagnia di “una manciata di gallinelle o di anatre” per rubare loro le uova non è un’azione lodevole come adottare un cane da un canile o un coniglio scampato ad un laboratorio di vivisezione: galline e anatre si comprano dagli allevatori, finanziandone così il meccanismo di sfruttamento e morte; per avere sempre uova quando i poveri volatili invecchieranno (nota bene: secondo l’autore bisognerà mantenerli e non ucciderli) sarà necessario comprarne ancora oppure acquistare un gallo per far nascere altri individui.
A quel punto, avremo circa un 50% di possibilità che i nascituri siano maschi: improduttivi nell’ottica dello sfruttamento e incompatibili con gli altri galli (per quanto ampio e “a terra”, il pollaio sarà sempre uno spazio delimitato).
I pulcini maschi, non a caso, vengono infatti uccisi in ogni tipologia di allevamento.

Questo è solo solo un esempio di come tecnicamente ogni forma di utilizzo di un essere vivente crei solo problemi, per quanto occorra sempre sottolineare che l’uovo di galline vissute a terra sia un male minore di quello delle povere “ovaiole” prigioniere nei capannoni-lager dello sfruttamento intensivo.

Con tutto ciò, dalla lettura del libro si percepisce di certo un avvicinamento dell’autore alla correlazione “causa-effetto” che lega tutte le azioni e i processi, anche quando inconsapevolmente parla ancora di “uomini e animali” o di “persone e animali” quasi fossero elementi nettamente distinti; spero sviluppi presto una visione circolare che gli permetta di fare quel collegamento in cui ogni cosa è chiara e semplice.

Preferisco allora ricordare la sua frase “chi è vegetariano autentico, riesce ad esserlo comunque e dovunque”, cosa questa che vale ancor più per un vegano autentico, poichè quest’ultimo ha rifiutato l’intero sistema basato sull’uso di animali non umani; oppure quando, riferendosi a Shelton ed al suo saltuario cedere ad alimenti non etici come i formaggi sostiene “conscio com’era dello stretto legame esistente tra le industrie della carne e del latte”. O ancora quando parla di “appropriazione indebita di latte destinato ad un bambino di un’altra razza”.

Valdo Vaccaro di certo ha fatto del bene alle altre specie, perchè ha portato molte persone, anche solo per ragioni di salute, a consumare meno prodotti derivati dalla tortura e dalla morte di altri esseri viventi; per questo spero che resti un buon alleato nella difesa di chi non ha voce o della cui voce a pochi importa; sapendo che egli ben conosce tutto il male che sta a monte dell’apparente innocente dolcetto del supermercato, ricordo la frase di Franco Libero Manco da lui stesso citata

Nulla come la coerenza nel bene identifica il valore di un uomo

concludendo con una superba citazione da

Immagine di un miaialino

Maialino

Alimentazione Naturale”:“Il vero macellaio non è infatti il garzone che brandisce il coltellaccio e decapita con gesti meccanici e crudeli le povere bestie, ma la gentile ed elegante consumatrice della fettina di vitello, la tenera mamma che prepara il panino al prosciutto ai suoi ragazzi, i bambini che masticano mortadelle e grassi animali senza sapere neanche di cosa si tratta, il signore distinto che disossa con cura la sua fiorentina, il pacifista che sfila con le sue bandiere e che addenta la sua razione di pane e wurstel, il gentiluomo che assapora con cura il suo spezzatino.”

E aggiungo: la famigliola che prende allegramente il cono gelato dopo la spiaggia o il single che si prepara a sera la sua frittatina.

Auguro a tutti di indulgere in cibi cotti o persino  poco sani, ma mai tanto forieri di dolore come quelli che torturano e uccidono gli innocenti per farne, inutilmente, degli “ingredienti”.

Note: le immagini inserite sono tratte dai siti web Photorack.net, Morgue File.com e Bizarro Comics

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