Bed & Breakfast vegano Brugnola 1932 – Intervista
Due pionieri partiti dalla Brianza per ripopolare un borgo sperduto e diffondere il messaggio vegan.
Grazie per aver accettato questa richiesta d’intervista per il sito Libera Tutti e per fornirci l’opportunità di conoscervi meglio. Siete i primi di quella che ci auguriamo possa essere una lunga serie di chiacchierate con amici vegani.
Manuela (“… quella che ha passato l’inverno da sola a Brugnola…”) e Gilberto (“… il Gricolo…”): ci raccontate qualcosa di più di voi e della vita precedente a Brugnola?
Io sono Manuela, Agronoma che dopo essersi laureata con il massimo dei voti ha dovuto faticare per trovare un contratto di lavoro serio, come spesso accade in questi tempi.
Abituata a svolgere molti lavori per pagarmi le spese universitarie, finiti gli studi ero decisa trovare un’occupazione che mi permettesse di mettere a frutto il filone approfondito durante l’Università, ovvero l’impatto delle pratiche agricole sull’ambiente naturale e le tecniche per minimizzarlo.
L’ultimo impiego è stato come responsabile tecnico in un centro di saggio, ovvero, uno di quei centri accreditati dal Ministero della Salute, che effettuano prove in campo per valutare l’entità dei residui dei pesticidi nei comparti ambientali e… nei cibi che mangiamo.
Un impiego che mi ha consentito, in sette anni, di conoscere svariate realtà agricole in tutta Italia e all’estero e di comprendere appieno la necessità di coltivare in un modo diverso; non ultimo, di rendermi conto di come certe forme di agricoltura “alternativa” vengano proposte in modo superficiale e senza una competenza specifica, cavalcando la moda del momento.
In parallelo, ho coltivato la passione per la progettazione di giardini; non giardini per le ville dei ricchi brianzoli, ma giardini terapeutici, per ospedali o case di riposo, dove lo spazio verde acquista funzione di co-terapeuta per migliorare lo stato di benessere e facilitare la guarigione.
Anche in questo campo in Italia siamo molto lontani dalle realtà presenti nel Nord Europa e negli USA, ma qualche cosa inizia a muoversi anche qui.
Altra mia grande passione sono gli asini, per conoscere i quali ho preso parte a diversi corsi, in Abruzzo e in Piemonte, per poter stare vicino a questi stupendi animali quando non potevo averne dei miei. Ho conosciuto un animale dal carattere eccezionale, intelligente, sensibile e dolcissimo nel rapportarsi con le persone, anche quelle che hanno problemi di varia natura.
La nostra azienda agricola mi consentirà, in piccolo, di sperimentare, esplorare e coltivare nel rispetto di tutti e nel rispetto di un’agricoltura moderna, basata su principi etici ma anche su basi scientifiche.
Vorrei trasformarla, nel tempo, in una vera e propria fattoria sociale vegan.
Io invece sono Gilberto, un progettista che dal campo automobilistico è approdato 17 anni fa al campo aeronautico, riconvertendosi da progettista a designer d’interni, con una gran passione nella modellazione per superfici complesse e solidi tramite CAD.
Approdato in una grande azienda italiana, in cui si respirava aria della tecnologia più evoluta insieme all’artigianalità di certe lavorazioni fini, dove diverse generazioni di dipendenti si amalgamavano in gruppi eterogenei.
Sono stato testimone del cambiamento, voluto e forzato, verso un’industrializzazione fatta di esternalizzazioni, dove l’esperienza lasciava il posto ai nuovi contratti, dove il know-how delle lavorazioni artigianali si perdeva in ditte esterne, dove molti giovani rampanti, senza esperienza, cercavano il loro posto per gestire un prodotto che era sempre più lontano dai confini dell’azienda stessa.
Insieme al prodotto ho perso quel rapporto umano e quella voglia di scambiare informazioni e la passione per il lavoro che svolgevo, che tutto era tranne che scialba competizione.
Ritrovavo me stesso coltivando le mie passioni: i cani e l’attività sportiva. Ho avuto la fortuna di formarmi come istruttore in quella che è forse la migliore scuola cinofila del paese. Oggi i corsi per istruttori o educatori cinofili abbondano. Io dico di aver avuto la fortuna di aver scelto bene, perché, oggi con 10 anni di esperienza, si vede la differenza tra la professionalità a l’improvvisazione.
Questa passione mi ha portato a realizzare molti progetti per primo, come ad esempio portare cani del canile in ospedali (10 anni fa neppure l’ASL sapeva come fare!), rilasciare protocolli d’intervento specifici ed approvati dall’ASL.
Molte vicissitudini familiari mi hanno impedito di dare giusta continuità e oggi la nuova vita e il nuovo contesto sono di grande stimolo nella ripresa di nuove attività anche in questo campo.
Oltre alle insoddisfazioni lavorative, quello che ci ha portato ad andarcene è stata la ricerca di una qualità di vita che in Lombardia ormai è impossibile trovare. Passavamo gran parte del nostro tempo in auto, ci vedevamo pochissimo e gli spazi per le nostre passioni, compreso il volontariato in canile, erano sempre più risicati.
Stavamo buttando via le nostre vite senza riuscire a costruire nulla.
Qual è l’origine del nome Brugnola 1932?
Brugnola è il nome della frazione di Bardi in cui sorge la nostra casa, il nome del torrente che le passa vicino ed anche il nome, oggi in disuso, con cui si era soliti definire l’uva Fortana. Un’uva di doppia attitudine, vino e tavola, che già ai tempi dei fasti dell’abbazia di Gravago, veniva coltivata nelle terre dei Landi, i signorotti locali.
1932 è l’anno di costruzione della casa in sasso che ospita noi e il nostro B&B, come testimoniato dall’incisione sull’architrave di pietra, posta all’ingresso.
Potete spiegare a tutti il perché della scelta di un B&B vegano?
Prima di tutto perché siamo vegani da diversi anni e non avremmo potuto fare altrimenti, poi perché abbiamo sempre incontrato molte difficoltà nel trovare strutture ricettive che ci ospitassero senza dover scendere a compromessi alimentari.
Vogliamo offrire a tutti i vegani la tranquillità di sapere che non dovranno passare le vacanze a ispezionare gli ingredienti usati o a chiedersi se il sapone con cui si stanno lavando le mani è stato testato su animali o se il divano su cui siedono ha i cuscini in piuma…
E’ principalmente la nostra scelta e in un secondo tempo anche un messaggio: che anche in Emilia Romagna c’è un posto dove si è insediata una realtà vegana, che si può vivere anche senza prosciutto e ragù di cinghiale.
Ti garantisco che da queste parti è un messaggio molto forte!
Nelle note di presentazione presenti sul sito avete accennato a “…fatiche, intoppi e brutte sorprese…” nella creazione della vostra struttura. A cosa facevate riferimento?
Molte fatiche perché, con pochi soldi, molti lavori sono stati svolti da noi durante i fine settimana e le ferie, quindi i tempi sono stati lunghi.
Intoppi e brutte sorprese, perché spesso gli artigiani locali hanno mostrato la propensione a svolgere i lavori con scarsissima professionalità e proponendo dei prezzi molto elevati.
In queste zone è ancora molto radicata l’idea che dalla “pianura” giungano i “ricchi” e che questi debbano essere munti a dovere. Abbiamo purtroppo assistito a casi di acquisto di immobili che venivano abbandonati a metà ristrutturazione, con conseguente degrado di questi bellissimi borghi.
E’ una mentalità vecchia, povera che trova posto in una comunità chiusa e isolata.
In ultimo, ma certamente il più importante, anche gravi problemi di salute che non vogliamo minino il nostro sogno e a cui rispondiamo con forza e determinazione nel lavoro di tutti i giorni.
Insomma, non è come quando si leggono storielle sui giornali del tipo “Ex manager molla tutto e apre azienda vinicola in Toscana“; Brugnola1932 è nata con tanti sacrifici e difficoltà, da persone normali e senza aiuti e ci piace che chi viene qui lo sappia; non per sentirci dire che siamo bravi, ma per far capire che scelte diverse si possono fare, che certi stili di vita deleteri si possono abbandonare e che si può decidere di stare meglio tutti: noi, gli animali e l’ambiente.
Brugnola 1932 è stata inaugurata ad Agosto del 2013. Speranze molte, si immagina. Si sono realizzate fino ad ora?
Il primo anno di una realtà agricola non è mai l’anno migliore.
La terra vuole il suo tempo e ci ricorda che i ritmi delle stagioni non si piegano alle nostre necessità. L’orto richiede tante energie e deve ancora dare il meglio.
Invece la risposta del pubblico in agosto è stata ottima; purtroppo, come italiani, siamo molto legati ai periodi di ferie classici.
Così, mentre la nebbia faceva la sua presenza in pianura, nei primi mesi d’autunno il cielo qua era limpido e fresco, l’umidità bassa, i boschi erano colmi di castagne e noci e i clienti erano rintanati nei loro appartamenti ad attendere le vacanze di natalizie.
Un week end lontano dalle solite vacanze “comandate” permette di ricaricarci e di godere dei colori che solo l’autunno sa dare e solo l’alternarsi delle stagioni ci permettere di vivere con soddisfazione tutto l’anno.
Il B&B è una casa contadina ristrutturata con, attualmente, tre camere e due servizi in condivisione. Con quanto anticipo è necessario prenotare?
Dipende moltissimo dal periodo, purtroppo per capodanno abbiamo dovuto rinunciare a molte presenza perché avevamo raggiunto il tutto esaurito, quasi un mese prima!
Prenotare in anticipo ci permette sicuramente di concedere maggiore attenzione ai nostri ospiti perché in periodo di raccolto dobbiamo organizzare le attività tenendo conto anche degli animali e delle esigenze produttive dell’azienda agricola.
Ciò non significa che non siano gradite prenotazioni last minute, anzi spesso siamo noi stessi a lanciare promozioni di questo tipo sia tramite la pagina Facebook sia sul nostro sito web.
In aggiunta ai classici servizi (pernottamento e prima colazione, wi-fi, kit di benvenuto, lavanderia, etc) e a quelli opzionali (logistica e trasporto per l’accoglienza, sauna o bagno turco, english vegan breakfast, etc) colpisce particolarmente l’ospitalità per tutti gli animali. Non solo cani e gatti ma anche conigli e cavie, topi, ratti e molti altri. Parliamo quindi di animali salvati dalla vivisezione. Come riuscite a gestire questo servizio? Avete riscontrato un buon successo e particolare attenzione da parte della clientela?
Negli ultimi anni abbiamo adottato conigli, topi e ratti salvati dalla vivisezione o dall’abbandono e recuperati tramite associazioni che svolgono questo compito.
Abbiamo, naturalmente, tanto foraggio a disposizione, tante verdure e sappiamo che muoversi con conigli o cavie al seguito vuol dire riempire di gabbioni il bagagliaio dell’auto e rendere la vacanza complicata già solo dal viaggio.
Per i gatti, mettiamo a disposizione lettiere e una stanza con giochi appositi, tiragraffi e amaca da termosifone.
Anche cavie e conigli possono essere tenuti nelle stanze, dove mettiamo a disposizione grosse gabbie, fieno e verdura o erba fresca, così possono essere trasportati con un normale trasportino da auto e messi nel gabbione all’arrivo in stanza.
Nella bella stagione mettiamo a disposizione anche tre recinti mobili esterni, dotati di copertura ombreggiante, che i nostri ospiti sono liberi di posizionare ovunque ritengano opportuno nel nostro giardino.
E’ naturale che chiediamo il massimo rispetto per la struttura perché chi viene dopo ha il diritto di trovare la stanza come l’ha trovata il cliente precedente. In casi di danni, procederemmo al risarcimento immediato perché il rispetto è di fondamentale importanza.
La clientela ha mostrato fin dall’inizio di gradire queste opportunità e abbiamo già ospitato diversi coniglietti e cavie, oltre ai “classici” cani e gatti.
Sempre dedicato agli animali, è attivo anche un centro cinofilo con la presenza di un istruttore riconosciuto ENCI. Ci spiegate in cosa consiste e quale programma è previsto per chi vuole partecipare a questo progetto?
Non vi sono dei programmi specifici per i clienti. Molto dipende da quello che si richiede di correggere nella relazione uomo-cane.
Può essere richiesto di intervenire sulla comprensione del linguaggio, di correggere le posture del proprietario per avere un atteggiamento di più facile comprensione al cane.
Può essere richiesto di esercitarsi sulla condotta al guinzaglio, o sul richiamo, o ancora di affrontare problemi particolari come l’abbaio ostinato.
Si può entrare più nel dettaglio con la condotta al piede senza guinzaglio, intervenire sulla costruzione degli esercizi di riporto e scovo, applicando sempre e unicamente tecniche di apprendimento gentile e soprattutto, compito dell’istruttore cinofilo, istruire il conduttore a fare un buon lavoro con il proprio cane.
Il progetto “Gratis per fido” è invece un progetto rivolto ai cani residenti nei canili rifugio.
Per chi, come noi, conosce e ama i cani, la loro presenza in canile è fonte di sofferenza; non bisogna dimenticare inoltre che i costi di questa permanenza sono a carico di tutti, quindi cercare di limitare questa presenza dovrebbe essere un impegno sociale indipendente dall’etica animalista che lo possa spingere.
Quando mi reco nei canili per cercare un cane e chiedo informazioni riguardo agli animali nei box, vengo accolto da frasi banali che nulla hanno a che fare con una buona adozione.
Frasi tipo: “è buono“, “è meglio una famiglia senza bambini“, “bisogna conoscerlo” o ancor peggio “ha solo bisogno d’amore“.
Nel primo caso non me lo devo mangiare ed è dunque un aggettivo che non dice nulla del cane, nel secondo caso potrebbe voler dire che ha istinto predatorio o ha mostrato aggressività da irritazione; sono situazioni diverse che sarebbe interessante conoscere; nell’ultimo caso di solito ho la prova che il mio interlocutore non conosce bene i cani che propone.
Non saprò mai se è predatore nei confronti dei gatti, se ha la propensione a vocalizzi frequenti, se è abituato a fare i propri bisogni all’esterno, se sa aspettare, se sa andare in auto o sta male, se teme i botti, se teme l’apertura istintiva di una ombrello, insomma nozioni di ordinaria vita.
Tutto ciò perché nei canili spesso non si redigono adeguate schede caratteriali; questo importante strumento, per avere una certa valenza, deve essere redatto valutando il soggetto fuori da una spazio di reclusione.
Perché anche gli uomini in carcere assumono comportamenti differenti da quelli che assumerebbero a casa.
Ma una buona adozione fa la differenza tra la vita e la morte e più adozioni vengono sbagliate, più segni vengono lasciati nella psiche del cane.
Il progetto si prefigge proprio di redigere schede caratteriali valide e di fornire ai volontari gli strumenti per correggere, lavorando durante la presenza nel B&B e continuando al rientro, eventuali comportamenti indesiderati dei cani.
La guida dell’educatore cinofilo è totalmente gratuita, proprio perché il progetto ha lo scopo di favorire l’adozione dei trovatelli ed evitare il loro rientro.
B&B ma non solo, anche Azienda Agricola basata sui criteri dell’agricoltura biologica (anche se dichiarate di non essere certificati). In cosa consiste, come si sviluppa e come viene applicata praticamente?
Manuela – Come raccontavo all’inizio, mi sono costruita una visione piuttosto personale di come deve essere un’agricoltura pulita e a basso impatto ambientale. In più, anche in questo ambito non possiamo allontanarci dal nostro essere vegan.
La certificazione BIO, oltre ad essere un costo, non sempre risponde a questi criteri, ad esempio perché fa ampio uso di prodotti a base di Rame, la cui pericolosità è ampiamente dimostrata, oppure per il ricorso a concimazioni organiche che fanno sicuramente bene al suolo ma prevedono l’uso di sostanze di origine animale.
Per quanto possibile, cerchiamo di adottare strategie preventive per evitare che le nostre piante si ammalino, lavorando sulla tecnica agronomica e preparando macerati a base di erbe spontanee che qui abbondano, come ortiche, equiseto o tanaceto.
I nostri animali, e solo i nostri, ci forniscono la base per un buon concime organico cruelty free.
Solo quando tutte queste misure non hanno successo e si rende necessario intervenire, effettuiamo trattamenti con prodotti autorizzati in agricoltura biologica, purché siano selettivi e preferibilmente microbiologici.
Quali prodotti riuscite a coltivare e distribuire?
Coltiviamo attualmente orticole, cercando di garantire la maggior varietà possibile.
Abbiamo da poco aggiunto 2 serre per la produzione di piantine a partire da seme e per la sperimentazione di coltivazioni di semi antichi, in via di estinzione, provenienti da tutto il mondo.
Siamo autorizzati alla vendita diretta e distribuiamo prevalentemente tramite un GAS locale e partecipando ai mercati contadini dei paesi limitrofi.
Che significato ha il termine TDOGARDEN e quali attività riguarda?
Tdogarden è nata nel 2008 quando si pensava di poter realizzare il progetto in Lombardia. Il nome deriva dall’acronimo di:
- Training
- Disabilità
- Ortoterapia
- Giardini terapeutici
- Agricoltura sociale
e racchiude DOG e DOnkey. Insomma, racchiude di fatto un po’ tutte le attività che svolgiamo.
Tdogarden si occupa della gestione tecnica dell’azienda agricola e offre anche consulenza ad altre aziende interessate ad attività di agricoltura sociale.
Infine, tramite il suo store online, Tdogarden propone soluzioni per gli animali disabili, come carrellini su misura, imbragature, ausili ortopedici e attrezzi da giardinaggio ergonomici per programmi di ortoterapia.
L’ospite è coinvolto – se lo desidera – in prima persona nella vita della vostra struttura. Come si sviluppa questa sorta di collaborazione/esperienza?
L’ospite è molto attratto dall’orto, viene volentieri a vedere quali sono le varietà coltivate e spesso acquista anche la verdura prima di partire.
E’ ancora poco partecipativo perché abbandona la città senza l’attrezzatura adatta; spesso si presenta in estate con le infradito, molto scomode da usare nei boschi di castagni e nelle stradine tortuose del bosco.
Siamo abituati ad associare la montagna alle vette innevate d’alta quota e alle passeggiate nelle affollate cittadine dolomitiche; non tutti sembrano pronti per la franca rusticità e semplicità degli Appennini, dove i caprioli ti sbirciano mentre lavori nell’orto e i cinghiali ti modificano il sentiero ogni notte.
Gli Appennini sono ancora un meraviglioso posto di frontiera che necessita della passione per la ricerca di quella semplicità fatta di scarpe comode, e di soste senza tempo sotto centenari castagni.
Il pubblico risponde con interesse a questa possibilità oppure il B&B è vissuto solo come un momento di riposo e di scarico fisico e mentale?
Il soggiorno è vissuto proprio come scarico mentale, da un lato sicuramente dovuto agli stili di vita imposti che ci consumano e dunque, appena ci riposiamo sentiamo la necessità di ricaricarci nel silenzio più assoluto, dall’altro lato proprio perché non siamo più preparati ad un contatto così diretto e selvaggio con la natura.
Siamo quasi timorosi di esplorare il borgo, le vecchie case abbandonate nei boschi limitrofi, le vecchie castagnaie, timorosi nei confronti dei cavalli che pascolano liberi o dei selvatici, mai pericolosi, che popolano di notte anche il giardino stesso della casa.
Siete anche Agriturismo con ristorazione unicamente vegana?
Per ora siamo solo un B&B ma l’obbiettivo che ci proponiamo di raggiungere dopo il primo anno di attività sarà di ospitalità rurale esclusivamente vegana.
Da qui il nome vegan country house.
L’ospitalità rurale è una forma semplificata di agriturismo che si può avere sono nelle zone montane dell’Emilia Romagna sopra i 700m slm, e consente la somministrazione di pasti solo a chi soggiorna per la notte.
Ciò non toglie che per venire incontro alle difficoltà che un vegano incontra da queste parti, aggiungiamo volentieri un posto alla nostra tavola.
Parliamo un poco dei vostri ospiti. Avete capito che tipologia di clientela vi contatta e soggiorna presso di voi?
I nostri ospiti sono stati una piacevolissima sorpresa, per l’educazione e il rispetto dimostrato.
Prevalentemente sono coppie ma spesso non entrambi vegani, e questo ci fa molto piacere perché abbiamo la possibilità di far conoscere il nostro stile di vita a chi vegano non è.
La familiarità del soggiorno conduce i nostri ospiti a conoscersi e spesso diventa un’occasione per fare nuove amicizie e nuovi incontri.
Molte volte ritornano e questo ci fa molto piacere.
Il target è amante degli animali, attento alla cucina con prodotti biologici e all’ambiente.
Riuscite ad instaurare un rapporto che vada oltre a quello classico e superficiale tra gestore e cliente?
Per rispondere a questa domanda dico solo che i nostri ospiti si presentano a trascorrere il capodanno offrendoci regali fatti con le loro mani e offrendo bottiglie di champagne, come si farebbe andando a cena a casa di un vecchio amico, finendo per brindare ballando con delle comode e calde pantofole, piuttosto che sfoggiare vertiginosi tacchi.
Siete riusciti a essere una sorta di punto d’incontro per vegani?
E’ sicuramente uno degli obbiettivi che vorremmo realizzare ma per farlo appieno serve essere conosciuti e dunque ci vorrà ancora del tempo, ma siamo sicuramente sulla strada giusta.
Il sito web vi ha aiutato nel farvi conoscere?
Il sito web è stato sicuramente molto importante ancora meglio la pagina Facebook, forse fin troppo usata.
Dico così perché spesso i clienti ci contattano sulla pagina facebook per chiederci informazioni che specifichiamo più chiaramente nel sito.
A proposito: contiene una simpatica rubrica di Comics con le brevi avventure di Bibock, Bimba e Marina. Chi la realizza e avrà una periodicità costante?
Le storie nascono dalla quotidianità degli eventi che viviamo con i nostri animali, sono loro che ci danno lo spunto.
Ad esempio la gallina Marina ama saltarci addosso e da lì è nata la prima striscia.
Sono tutte realizzate da Manuela.
Siete presenti anche su altri portali nazionali dedicati a B&B e Agriturismi?
Cerchiamo di essere presenti su tutti i portali tematici che conosciamo e cerchiamo sempre di renderci visibili, ad esempio eravamo presenti al MI VEG e abbiamo distribuito ben 500 buoni sconto per il soggiorno.
Avete una Pagina su Facebook e uno spazio You Tube con filmati dedicati. Avete notato un buon coinvolgimento da parte degli utenti di questi altri canali di informazione e pubblicità?
Abbiamo la pagina Facebook, che come dicevo prima è molto attiva e da poco abbiamo superato i 700 fans. Cerchiamo di tenerla aggiornata perché vediamo che è molto seguita.
Facebook però è molto istintivo, è ottimo per dare un flash della realtà ma bisogna anche accettare che gli approfondimenti vanno ricercati altrove nella rete.
Abbiamo anche un canale Youtube che potete trovare sotto il nome Tdogarden.
Avete in mente altri progetti che riguardano Brugnola 1932 e come pensate che potrà svilupparsi in futuro?
Assolutamente, l’attività agricola si svilupperà con un impianto di piccoli frutti, con la nuova stalla, nuovi animali e anche l’attività cinofila subirà una svolta perché vorremmo riprendere le attività di pet therapy e la formazione di cani da ricerca in superficie.
Siamo in attesa dell’ufficializzazione ma abbiamo avuto la conferma ufficiosa che l’attività cinofila verrà sponsorizzata da un’azienda di prodotti per animali cruelty free.
Questo ci rende particolarmente orgogliosi perché vuol dire che aziende importanti credono nel nostro progetto e ne condividono le finalità
Stiamo anche avendo contatti con altre realtà produttive vegane per offrire ai nostri ospiti prodotti che noi non potremmo proporre, ma che provengono da aziende vegane.
Questa, riteniamo che sia una bellissima cosa, riuscire a far partecipe la nostra clientela della filiera vegana, è un ‘obbiettivo che ci sta molto a cuore.
In ultimo offriremo anche un tipo di ospitalità ai pellegrini che intendono attraversare l’Italia percorrendo le antiche vie di pellegrinaggio, dato che siamo sulla variante di montagna della Via Francigena (Via degli Abati).
Concludiamo con le informazioni logistiche. Dove si trova il vostro B&B, come si raggiunge e avete un periodo di chiusura?
La struttura si trova in Val Noveglia, sulla vecchia variante di montagna della Via Francigena, tra Bardi e Borgotaro, in provincia di Parma.
È raggiungibile dall’uscita di Fornovo Taro sulla A15 e poi dirigersi verso Bardi, oppure sempre dalla A15 uscire a Borgo Val di Taro in direzione Bardi.
Rispettiamo il periodo di chiusura nel mese di Febbraio.
Note: si ringraziano Manuela e Gilberto per la cortesia dimostrata e per aver concesso l’autorizzazione alla pubblicazione delle immagini e dei loghi presenti nel sito web di Brugnola1932